Pagina principale
Pagina precedente




SOMMARIO GIUGNO-LUGLIO 2003

in questo numero:

EDITORIALE:

La domanda

"Sovente capita di assistere a dei dibattiti televisivi in cui si parla di guerra, di pace, di povertà, di ambiente, di globalizzazione, terzo mondo e via discorrendo – ci dice il nostro Giorgio Bianchi - Si ascolta uno, si ascolta l’altro, si ascoltano dotti pareri, ognuno dei partecipanti esprime un’opinione, un giudizio, ognuno ha delle spiegazioni da dare e milioni di telespettatori ascoltano, cercano di farsi un’opinione, un’idea che in qualche modo spieghi, giustifichi quello che sta accadendo. Dopo di che ognuno reagisce a suo modo.

C’è chi pensa che vada bene così, chi si indigna, chi si rassegna, chi sbadiglia, chi dice "perbacco!!!" e spegne la televisione per andare a dormire, ma l’atteggiamento generale è da spettatori passivi.

Credo che sia questa una delle cause perché le società stiano andando alla deriva, perché l’ingiustizia dilaghi, perché le guerre, l’odio, il razzismo, l’arroganza di pochi potenti determinino le vicende del mondo. Stiamo diventando sempre più spettatori passivi di quanto ci propinano i mezzi di informazione, spettatori impotenti e questo non contribuisce certo a far cambiare le cose. (…)". A questo clima di oggi mancano molte domande perché "sorgono dall’inquietudine profonda che nasce di fronte al malessere crescente. – ricorda Bianchi - Perché manca il lavoro? Perché arrivano moltitudini di immigrati? Perché l’impero vuole che inquietano, che ci tolgono il sonno, ma che ci fanno approdare ad una maggiore consapevolezza. Troveremo risposte a queste domande? (…)"

SPECIALE CONCILIO VATICANO II

Gabriella Caramore - Paolo De Benedetti

Cultura laica e cultura religiosa alla luce del concilio Vaticano II

Che cosa ha significato il Concilio Vaticano II nella cultura del Novecento come cambiamento di immagini stagionate, fatte di luoghi comuni provocati dalla Chiesa stessa? Il concilio ha cambiato il modo di pensare la chiesa, ma anche il modo che la chiesa aveva di pensare. E’ uno dei quesiti posti durante un dibattito svoltosi ad Asti (Centro Giovani Comunale) il 28 aprile 2003 nell’ambito del "progetto Zakhor" "Ricordare il concilio Ecumenico Vaticano II". In questo numero proponiamo ai lettori la prima parte della trascrizione della serata.

SPECIALE: Tu preghi? Come preghi?

Pubblichiamo la prima parte dei risultati del sondaggio lanciato dalla nostra rivista sul sito www.tempidifraternita.it

È stato solo un confronto sulla preghiera, un confronto significativo che però non aveva la pretesa di avere un valore di un vero e proprio sondaggio statistico con dati e cifre. E le risposte pervenute (davvero numerose ed interessanti) le pubblichiamo in due puntate su questo numero di Tempi di Fraternità di giugno-luglio e sul prossimo di agosto-settembre con una riflessione affidata ad una suora di clausura nostra amica.

QOL compie cento numeri !!

Il "fuoco" di condivisione e di discussione di un gruppo di amici per il dialogo interreligioso e teologico anima questa rivista la cui redazione è "capitanata" da Brunetto Salvarani, vale a dire lo stesso nostro direttore. QOL è nato per la voglia di "scoprire quanta grazia c’è nella voce dei fratelli: questa - come scrivevamo nell’editoriale del numero zero – è stata l’unica ragione sociale della nostra rivista quando nel lontanissimo 1986 decidemmo di dare forma cartacea alle tante chiacchiere che da qualche tempo facevamo tra noi, mentre si leggeva la Bibbia o i suoi commenti ebraici".

L’umanità deve fare un esame di coscienza

Monsignor Michel Sabbah, patriarca cattolico di Gerusalemme, ad aprile è stato di passaggio a Torino ed ha incontrato giornalisti e pubblico torinese. All’incontro torinese hanno partecipato anche cristiani ortodossi e copti ed alcuni palestinesi.

Monsignor Sabbah ama il suo popolo, ma non per questo odia il nemico. Egli stesso è nato nella guerra che si trascina in Palestina dal 1948, anno in cui si è costituito lo Stato di Israele, ad oggi. Guerra che, come tutti sanno, verte sul fatto che due popoli si contendono la stessa terra.

Per il patriarca di Gerusalemme la pace deve essere possibile. "Chi crede in Dio – ha detto - crede che Dio ha voluto la pace e noi che crediamo in Dio crediamo nella pace. Sentiamo dire che per due generazioni non ci sarà pace, ma speriamo che Dio ce la doni prima. Nella situazione in cui siamo, portiamo avanti la volontà di Dio: quel che non possiamo fare noi lo farà Dio, lui sarà il vincitore. Con questa fede, riusciamo a sopravvivere".

Incontro nazionale dei preti operai e dei loro amici - Viareggio 2-4 maggio 2003

I preti operai, in questa occasione, hanno dato una rilettura meditata dei propri percorsi di vita, non tanto per fare un ennesimo amarcord, quanto per arrivare a dire a se stessi ed agli altri il punto in cui si è arrivati, la prospettiva nella quale ora ci si pone.

"Il prete operaio - afferma Arturo Paoli - anche se ha perduto il luogo privilegiato in cui è nato, la fabbrica, non deve tornare ad essere un separato, un sacro, ma, pur mantenendo la sua

specificità sacerdotale, deve essere nel mondo e con gli ultimi del mondo".

L’incontro di Viareggio è stato un’occasione propizia per valutare la sostanza buona che ha retto nei lunghi anni d’esperienza e la paglia che inevitabilmente si è lasciata lungo il cammino, per una trasmissione di valori alle generazioni future.

Dal Mondo della Solidarietà di Daniele Dal Bon


Agenda






Per tutto il 2003 pubblicheremo mese per mese il

CALENDARIO DELLA PACE 2003

Nevè Shalom - Waahat as-Salaam

Pagina precedente Inizio documento