SOMMARIO MAGGIO 2003
in questo numero:
EDITORIALE:
Mai più guerre!
"E' relativamente più facile interpretare i fatti del passato che capire quelli attuali.
Man mano che si viene a sollevare qualche velo circa i veri motivi di ciò che cade sotto il nostro sguardo, si scoprono, come capita circa quest'ultima guerra contro l'Irak, disegni diabolici, intrighi, insidie e cose simili, mentre si moltiplicano martellanti luoghi comuni. Il mondo è complicato e, solo che fossimo meno superficiali, staremmo ben attenti prima di formulare un giudizio, anche se ci sembrasse scontato.
Certamente la parola che oggi più si ripete ovunque è PACE. Bandiere dai colori dell'arcobaleno sventolano da molti balconi, e sono il segnale di un appello mai così incalzante.
Come mai in tutto il mondo si scandisce unanime la stessa parola?". Tutto questo nella premessa che la nostra Ausilia Riggi pone ai nostri lettori. Come vedrete questa volta il nostro editoriale è più denso sia come numeri di pagine che come contenuti. Perché "si fa minacciosa protesta da parte di gente comune; riecheggia come grido esigente di riscossa anche tra folle di islamici; risuona appassionata e carica di speranza nelle piazze affollate di giovani e meno giovani; esplode ovunque e fa implorare preludere sognare una palingenesi improrogabile …". E noi vogliamo raccogliere ancora una volta questo grido di protesta per cui "Davvero, in una rivista come la nostra che si definisce di fede, di ricerca e di attualità, non possiamo limitarci a ripetere "ciò che dicono tutti", ma abbiamo il dovere di dare spazio ad interrogativi di fondo. Il bisogno di pace è molto più che una bandiera, una pretesa, una volontà politica, una fede, una speranza: o meglio è tutte queste cose insieme".
SPECIALE CONCILIO VATICANO II
Seminari e Clero al Concilio Vaticano II
In questo numero interviene Maurilio Guasco che ricorda il grande dibattito che ci fu all’epoca del Concilio Vaticano II sulla figura del sacerdote e sulla formazione più generale del Clero. Egli ricorda come "Nel corso del dibattito tra i padri, avrebbero notato alcuni vescovi e alcuni commentatori, erano emersi chiaramente due diversi approcci ai problemi: uno, legato all’insegnamento tradizionale negli ultimi secoli, privilegiava nel prete l’uomo del sacro e il deputato al culto; l’altro, figlio della recente evoluzione della società, lo sentiva più sensibile ai problemi dell’annuncio e all’evangelizzazione del mondo", mentre invece "Il Vaticano II poneva le premesse per il superamento della concezione tridentina, che aveva in qualche modo identificato il prete con l’uomo che presiede l’eucaristia, l’uomo dell’eucaristia; o forse meglio, l’uomo del sacrificio eucaristico.
I vescovi del Vaticano II non intendevano certo rinnegare quelle concezioni, ma sentivano l’esigenza di fare un passo ulteriore: si trattava ancora del sacerdozio in vista dell’eucaristia, ma si trattava contemporaneamente e in modo strettamente connesso, di un sacerdozio apostolico o anche del sacerdozio del vangelo.
I padri conciliari erano riusciti a superare il rischio della contrapposizione tra l’uomo del culto e l’uomo della missione. Tale contrapposizione era comunque ormai presente nel tessuto ecclesiale e se ne sarebbe avuta conferma nel vivace dibattito postconciliare".
Vivere la Pasqua
Le riflessioni del nostro Gianfranco Monaca si spostano questa volta nell’analisi attenta dei segni pasquali e del Tempo di Pasqua che, secondo il calendario liturgico, va fino alla Pentecoste. In questo numero vengono analizzati in modo particolare i riti della settimana santa ed i suoi simboli: il fuoco, l’acqua, la cera d’api, il pane di frumento, il vino, l’olio d’oliva.
"La fede pasquale dello spezzare il pane della convivialità – ci ricorda ancora Monaca - è scoprire che il Risorto siamo noi quando accettiamo il suo Spirito e lo comunichiamo al mondo senza fare distinzioni tra etnie, culture e linguaggi diversi, sentendoci il Popolo dell’Agnello eternamente Sconfitto e Vittorioso, senza accettare compromessi con la Bestia e il Drago, l’assetto economico-politico della Grande Babilonia, la Città imperiale corrotta e corruttrice che continuerà nei secoli e nei millenni a cercare di divorare i figli della Donna. Vivere la Pasqua è vivere la speranza come una certezza e "chi avrà saputo resistere fino alla fine, sarà salvo"(Matteo 10,22)".
Speciale Banca Etica
"Un anno vissuto vorticosamente. Così si potrebbe riassumere l’andamento degli ultimi dodici mesi della prima banca a definirsi "etica" in Italia (di seguito BE). Sbaragliando ogni più ottimistica previsione, anche il 2002 si è rivelato per l’istituto guidato da Fabio Salviato un anno pieno di soddisfazioni". Esordisce così Paolo Macina nel descrivere l’intenso e proficuo lavoro di Banca Etica a cui dedichiamo questo speciale del numero di Maggio. Ci è sembrato interessante capire meglio questa realtà che, ci ricorda Macina, nella raccolta del risparmio ha superato i 200 milioni di Euro (+62% rispetto all’anno precedente), ha aumentato il capitale sociale (oltre i 14 milioni di Euro, +26%) ed anche i prestiti effettuati (87,5 milioni di Euro su circa 1.200 progetti, +36%), che hanno portato alla diffusione delle Circoscrizioni Territoriali nelle quali sono riuniti i soci a livello locale (oltre 70); ma soprattutto per altri importantissimi indicatori sociali che i rappresentanti della banca dimostrano di avere bene in mente.
Rosemary Lynch, francescana e pacifista: vivere e resistere
"Francescana per la pace": così si presenta Rosemary Lynch, la suora francescana venuta da Las Vegas, negli Stati Uniti, per dare una testimonianza nella memoria dell’assassinio di mons. Oscar Romero a Roma, lo scorso 24 marzo. Dopo la celebrazione romana suor Rosemary è stata invitata a parlare in diverse città. L’abbiamo incontrata a Jesi, nelle Marche, la sera del 28 marzo, dove, nel convento delle Clarisse, ha parlato ai membri della consulta della pace cittadina. Coi suoi ottantasei anni e con il suo italiano fiorito, l’abbiamo intervistata al termine di una faticosa giornata di incontri entusiasmanti con i giovani delle scuole superiori della città.
Appello agli psichiatri e ai teologi cristiani
Una ironica ma anche preoccupante analisi di Gianfranco Monaca sullo stato di salute mentale del Presidente americano George W. Bush. "Se i discorsi di Bush siano farina del suo sacco – sottolinea Monaca - siamo in presenza di una personalità disturbata individualmente; se no, siamo in presenza di una vera e propria setta di personalità disturbate, che si servono di lui per uno scopo allarmante: trasformare un banale progetto politico di egemonia economico-militare in un progetto religioso-sacrale". Ecco dunque il lancio dalle colonne di questa rivista di "un accorato appello a tutti i teologi del mondo, anche a quelli non cattolici e non cristiani, e in particolare al movimento "Noi siamo chiesa", affinché portino la loro attenzione sui contenuti religioso-sacrali della politica del governo statunitense e dei suoi cortigiani europei. A questo punto diventa di capitale importanza salvaguardare strenuamente la laicità della imminente costituzione europea (qui Wojtyla si contraddice), poiché, se in qualche modo si parlerà di "radici cristiane", si aprirà la porta alla possibilità che qualcuno dia i contenuti che più gli convengono al termine "cristiane", e il gioco è fatto".
La parola di Dio è pace
Intervista al vicario generale della Confraternita islamica dei Sufi Jerrahi-Halveti, sparsa in tutto il mondo. In Italia i sufi sono 1112 con sette luoghi di riunione. Dice il professor Gabriel Mandel khân, vicario generale di questa confraternita: "Settant'anni or sono Hitler conquistava mezza Europa. Dove è oggi? Oggi gli USA conquistano mezzo mondo, dove saranno fra settant'anni? Il più vasto impero che mai sia esistito al mondo fu quello dei Mongoli gengiskhanidi. Che ne è rimasto oggi?"
Risposta all’accusa di antisemitismo
L’editrice e la redazione di Tempi di Fraternità esprimono profonda solidarietà al nostro direttore Brunetto Salvarani ed a tutto il Comune di Carpi per l’incresciosa ed ingiusta accusa di antisemitismo mossa dal signor Franco Perlasca. Accuse infamanti che abbiamo appreso dai giornali mentre eravamo in stampa con il numero di aprile. Possiamo intervenire solo ora con questo messaggio di solidarietà; conosciamo Brunetto come uomo del dialogo e dell’educazione, della grande motivazione e volontà di cooperazione fra i popoli, del suo impegno in qualità di teologo e studioso di ebraismo (è tra i fondatori della rivista QOL per la ricerca proprio delle radici ebraiche), promotore e motore del documento per istituire una Giornata nazionale di dialogo con l’Islàm. Conosciamo Brunetto per la grande umanità e per il rispetto che nutre per qualsiasi differenza. Questo attacco strumentale e gratuito ci stupisce e ci addolora. Per questo vogliamo pubblicare su questo numero una lettera di risposta all’accusa che gli viene mossa.
Dal Mondo della Solidarietà di Daniele Dal Bon
Per tutto il 2003 pubblicheremo mese per mese il
CALENDARIO DELLA PACE 2003
Nevè Shalom - Waahat as-Salaam