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SOMMARIO DICEMBRE  2004

 

In questo numero parliamo di:

 

·        EDITORIALE: Il Natale della chiesa del grembiule... (Lettera a don Tonino Bello)” a cura di Brunetto Salvarani

“Caro don Tonino, posso domandarti come stai? A dire il vero sono certo che tu stia bene, ora che hai finalmente raggiunto quel posto meraviglioso in cui - immancabilmente - i sogni si traducono in realtà (questo, in fondo, è la nuova Gerusalemme, sono i cieli e terra nuovi previsti dal libro dell'Apocalisse). (…)” . Comincia così lo struggente editoriale natalizio curato dal nostro direttore. Una bella lettera che vale la pena leggere. Tutta d’un fiato!!

 

Anna Raybaudi Massiglia, genovese, pensionata. La sua attività di volontariato si intreccia con la storia della Comunità San Benedetto al Porto. E’ consulente grafologa ed ha approfondito i temi del disagio e l’attività grafica della prima infanzia. Si dedica, quando può, alla formazione degli insegnanti, in particolare delle scuole materne.

 

“Quando ci sono nel mondo troppe cose che non vorresti vedere, è il momento di aprire gli occhi”, queste parole, riportate per una campagna di abbonamenti ad un periodico, sono calzanti per un credente che desidera tutelare la fede dalla tentazione di ritirarsi dal mondo (che è diametralmente opposta ad un’altra pericolosa tentazione: il trionfalismo mondano). (…)” . Comincia così il servizio biblico di questo mese, curato sempre dal nostro amico e pastore valdese, Maurizio Abbà che ringraziamo sempre per le sue belle riflessioni.

 

Armi alternative - rubrica di Paolo Macina

·        Armi alternative - rubrica di Paolo Macina

Dal 1943 ad oggi sono state interessate, direttamente o indirettamente, dal nucleare e dai suoi effetti, 1 miliardo 200 milioni di persone (vedi: www.ratical.org/radiation/ NAvictims.html). Le cause: esperimenti, incidenti, bombe, test militari, test aerei e sotterranei, esplosioni, produzione civile e bellica, ecc.

Per spegnere l’incendio di Chernobyl accorsero 600.000 liquidatori (età media 33 anni). Di questi, dopo 10 anni, i morti erano già 13.000 (20 % di suicidi) e 70.000 risultavano già permanentemente invalidi (prima dei 50 anni di età).

Gli scienziati giapponesi, che dal 1945 studiano gli effetti delle radiazioni atomiche su Hiroshima e Nagasaki, stimano (entro la fine del secolo) fino a 560.000 le morti conseguenti all’incidente nucleare. Le persone che vivono nei territori contaminati di Russia, Ucraina e Bielorussia - un territorio equivalente ad 1/3 della Francia - sono fra i 7 e i 9 milioni

(informahumus 18,  www.progettohumus.it)

 

“Ci hanno trasformato la nascita del bambino di una coppia di senzatetto in un evento imperiale, poi in uno zuccherificio.” . Comincia così il bel pezzo di Monaca sul presepe. E ci ricorda, poco più in là, che la data attuale del 25 dicembre è stata la cancellazione di una festa contadina da parte di papa Liberio nel IV secolo: “  (…)  i Saturnali erano rimasti vivi nel cuore della gente. Era la festa dei contadini, dei popolani, una settimana di festa per propiziare la ripresa del ciclo produttivo, quando le giornate incominciano ad allungarsi. Si può sperare nel nuovo raccolto, si possono consumare le scorte con una certa generosità, si può assaggiare il vino nuovo che verrà imbottigliato alla luna di marzo. In vino veritas: erano giorni in cui il popolo – perfino gli schiavi - potevano permettersi una certa libertà d’espressione. E il Natale non solo non cancella tutto questo, ma lo esalta: i “Nouvé” occitani testimoniano quanto il teatro popolare e il tempo liturgico fossero contigui (…)”.

Il pastore Abbà invece ci ricorda che “La corona dell’Avvento, ghirlande e pigne, l’albero di Natale, vanno bene, sono doc per i protestanti, ma… il presepio …?!?, il presepio no…, non appartiene alla sensibilità spirituale del mondo protestante”. E le obiezioni e motivazioni che porta sono di tipo teologico e di tipo pedagogico. 

Ecco dunque che il mondo protestante vede una nuova prospettiva sul presepio che  “comporta l’interrogarsi su alcuni pregi che, all’inizio cautamente ma poi decisamente possono emergere da un’utilizzo del presepio come strumento di richiamo e di divulgazione biblica, per una didattica fruttuosa a partire da uno spunto interessante per ri-meditare personaggi, luoghi ed eventi biblici (…)”.

 

·        Speciale “Tempi di Sororità” – a cura di Catti Cifatte

In allegato al numero di dicembre della nostra rivista troverete quattro pagine che raccolgono la cronaca di ciò che è avvenuto nell’ottobre scorso a Trento al XIV incontro nazionale dei Gruppi donne delle Comunità Cristiane di base dal titolo “Il divino: come liberarlo, come dirlo, come condividerlo” .

 

Diên Biên Phu, non solo appartiene alla storia, ma è anche radice per comprendere che cosa sta agitandosi nel mondo d’oggi. Ripercorriamo qui le fasi essenziali di quello storico momento, tentando di proporre alcuni spunti di riflessione anche alla luce di considerazioni di attualità.

Gli eventi che portarono alla battaglia di Diên Biên Phu, la più furiosa, la più lunga battaglia sostenuta dal Corpo di spedizione francese in Estremo Oriente nel corso di 170 giorni di scontro durissimo, sono a tutti noti.

Proponiamo qui un breve saggio che intende ripercorrere - sulla base di fonti prevalentemente vietnamite degli Anni settanta e ottanta - quei giorni drammatici, preludio alla caduta dell’impero coloniale francese ed al Viêt Nam indipendente.

 

 

·        “…UN MONDO A PARTE… 4 ottobre 2004 – CRONACA DI UNA “CIVILIZZAZIONE” ” – di Silvana Vergnano

“È accaduto, nel silenzio più assoluto, alla larga da telecamere e giornalisti. Li hanno presi e spostati, come si fa con i pacchi, con le cose che non hanno potere, né alcun diritto, specie di decidere della propria vita. Sopra le loro teste è stato deciso che là dovevano andare ad abitare, nel posto che nessuno vuole, nel luogo che nessuno di noi sceglierebbe per costruirvi la propria casa. (…)”. La nostra amica Silvana Vergnano ha assistito al “trasloco forzato” di un gruppo di zingari di Torino da un campo nomadi ad una serie di casette predisposte da Comune del capoluogo piemontese. 

 

Nell’ottobre scorso in parecchie città italiane è stato presentato il Dossier  Immigrazione 2004, un’indagine statistica redatta dalla Caritas sullo stato dell’immigrazione in Italia.

“Le migrazioni internazionali, che sono da sempre avvenute, - spiega la nostra collaboratrice - hanno subito oggi un'accelerazione: il forte progresso economico e sociale che si è verificato in ampie parti del mondo, la situazione di guerra aperta o strisciante in alcuni continenti, la crisi economica subentrata alla caduta del socialismo reale, ma anche un umano desiderio di conoscere

altri mondi, di confrontarsi con altre culture oggi maggiormente note grazie ai mass-media, provocano spostamenti di massa che si possono vedere come l'umanità in cammino. Perchè non camminare insieme?”

 

·        “Le rimesse degli immigrati in Italia” – di Paolo Macina

“ (…) I problemi che gli immigrati si trovano a dover affrontare nella vita quotidiana sono sorprendentemente semplici: telefonare nel proprio Paese d'origine, spedire dei pacchi, trovare tariffe convenienti per una visita, stipulare polizze assicurative (perché l'immigrato vuol essere sicuro, se muore qui, d'essere riportato nel suo paese). Molti di loro hanno invece la necessità di mandare denaro a casa, per provvedere alle necessità dei familiari lasciati in patria. Nel 2003 gli immigrati "bancarizzati", cioè quelli che utilizzano regolarmente i canali formali, erano uno su tre. Gli altri si sono affidati, per le operazioni di trasferimento del denaro nei paesi di provenienza, alle reti informali (le "hawala") e a quelle del money transfer. (…)”

 





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