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Faro di Roma. Dalla Scala di Milano al Teatro Lirico di Parma all’unisono il motto “Cessate il fuoco” e l’esposizione della bandiera palestinese



Data: 23 Marzo 2024
Autore: Laura Tussi



Faro di Roma. Dalla Scala di Milano al Teatro Lirico di Parma all’unisono il motto “Cessate il fuoco” e l’esposizione della bandiera palestinese
di LAURA TUSSI


Nei giorni scorsi al Teatro Regio di Parma, al Teatro Lirico di Cagliari, al Teatro alla Scala di Milano e in altri teatri d’Italia sono stati esposti striscioni con la scritta disperata e dissacrante “cessate il fuoco“ e si è apertamente urlato all’unisono da parte degli artisti e attivisti organizzatori il motto “Palestina libera” e le parole “non in nostro nome”.

Persone assassinate: buy ⁴dati in continuo incremento a livello esponenziale da oltre 75 anni di occupazione

In quanto il genocidio in atto a Gaza ormai conta oltre 30.000 persone di cui quasi 9000 donne e quasi la totalità bambini e adolescenti sotto i vent’anni. Ma ogni giorno le vittime aumentano. Sono in costante incremento. E non numeri. Ma persone. Donne, uomini, vecchi e bambini esattamente come tutti noi. Uno sterminio, uno stillicidio, un vero e proprio massacro che ormai si protrae da oltre 75 anni. E perché non poterlo chiamare genocidio? Anche in Congo 25 milioni di morti. Un altro genocidio gravissimo della storia come quello degli armeni.

L’etimologia del termine genocidio deve farci riflettere

Quindi l’”uccisione di una genia” che è l’etimologia del termine genocidio non è un’accezione errata e scorretta. Perché il genocidio potrebbe estendersi e diventare globale.
Con l’escalation nucleare e il rischio di una conflagrazione globale irreversibile.

Non permettetevi di distruggerci. Di annientare la nostra umanità

I potenti non devono osare e permettersi di distruggere la vita dell’umanità intera per i loro più biechi interessi.
La nostra umanità è irripetibile.
Noi siamo esseri senzienti capaci di ragionare e amare e di sognare.

Il ministro israeliano definisce i Palestinesi “animali umani” da uccidere

Il 9 ottobre 2023 il ministro della difesa israeliano Gallant affermò che Israele stava combattendo contro ‘animali umani’ e dichiarò l’assedio totale alla striscia di Gaza. In altre parole decise di privare la striscia di Gaza di tutti i beni essenziali come cibo, acqua, corrente, benzina.

Madre Terra è in una conflagrazione a frammenti quasi totale alle porte della terza guerra mondiale

Il pianeta terra è in fiamme per molteplici conflitti armati dove a discapito e in dispregio dell’ottemperanza delle dichiarazioni della convenzione di Ginevra le prime vittime sono tutti civili e donne e bambini. Il cuore di noi intellettuali è in lacrime perché non abbiamo più parole per convincere i potentati di turno a finire di combattere con armi che sono ormai anche nelle grinfie dell’intelligenza artificiale usata a scopi malefici.

Il ruolo degli intellettuali e degli attivisti è quello di descrivere e fare sentire al mondo le ragioni dell’amore e del bene

Noi intellettuali dobbiamo prendere coraggio e continuare con gli attivisti a denunciare e a resistere, resistere, resistere. Dobbiamo scrivere e parlare e trattare di una de-escalation a livello mondiale e della volontà che deve provenire dagli scranni del potere di mettere sul tavolo dei governi del male non più armi e armamentari nucleari, ma la forza del diritto, del diritto internazionale, della diplomazia per intessere delle tregue, per attuare trattative per implementare negoziati e scambi commerciali tra i paesi belligeranti.

Per un “cessate il fuoco” consapevole e universale

Vogliamo il cessate il fuoco a Gaza e nello Yemen e in tutte le guerre dimenticate dell’Africa. Non vogliamo più inviare armi ai potentati di turno. Dobbiamo denunciare all’unisono che non vogliamo inviare colossi di armamenti per decine di centinaia di migliaia e milioni di dollari nei paesi belligeranti. Basta armi in Ucraina. E smettiamo di inviare ordigni militari in tutte le nazioni in guerra. E non dobbiamo mai stancarci di denunciare e scrivere nei nostri libri e articoli e trattati che “vogliamo la pace”.

Le nefandezze delle modifiche alla legge 185/90 e dell’investimento in ordigni di distruzione di massa da parte delle banche armate

Non dobbiamo accettare il trasporto e il commercio di armi e dobbiamo fermare gli investimenti bellici delle banche armate. La legge 185/90 recentemente ha subito delle modifiche per cui non si può più risalire alle banche che maggiormente investono in armamenti bellici. Dobbiamo tutti temere per il bene del genere umano intero tramite la guerra e il suo tragico epilogo: l’apocalisse nucleare. Non dobbiamo assolutamente spaventarci, ma continuare a scrivere di fatto questa inesorabile realtà e la verità degli eventi.

I moniti e gli insegnamenti dei grandi intellettuali del libero pensiero

I grandi del libero pensiero da Giordano Bruno a Margherita Hack ci ricordano che siamo figli delle immense costellazioni e innumerevoli galassie e deriviamo dalla stessa materia astrale. Questo non esclude che potrebbero esserci nell’universo altri esseri viventi simili a noi.

L’umanità terrestre possiede grandi valori e ideali intrinseci

Ma la nostra umanità deve attivarsi per rendere perenne e tramandare ai posteri l’eredità della sua storia positiva e negativa che sia, con il bene e il male contrapposti, ma pur sempre la grande storia del sapere del genere umano in grado di razionalizzare la verità circostante e di ricavarne un pensiero e con la facoltà di sognare.

Noi abbiamo un sogno. E questo sogno è la pace

Certo. Sognare. Sognare la pace. Sognare un mondo finalmente privo di conflittualità armate e di odio e di violenza tra noi sorelle e fratelli. L’unione e l’unità fraterna internazionale e mondiale sono indispensabili per generare l’amore e un sentire di pace, uno stato di riconciliazione tra popoli, genti, etnie, minoranze. Una pace che disarma i potenti che detengono la supremazia su madre terra.
Su una entità cosmica come le stelle delle infinite galassie che noi in quanto figli del pianeta dobbiamo tutelare dalle minacce e dalle emergenze più incombenti.

Una testimonianza dal valico di Rafah

Triestino Mariniello è Professore Associato alla Liverpool John Moores University (Regno Unito). Attualmente lavora presso la Humboldt University di Berlino, dove sta conducendo un progetto di ricerca sull’ammissibilità dei casi dinnanzi alla Corte penale internazionale (CPI).
Ha pubblicato una serie di libri, articoli ed altri contributi, fra l ́altro, su temi di diritto penale internazionale, diritto internazionale umanitario e diritti umani.
Triestino Mariniello è membro del team di rappresentanza delle vittime di Gaza davanti alla Corte Penale Internazionale. In passato, ha ricoperto diversi ruoli alla CPI, dove ha assistito i giudici della Camera preliminare in merito alle situazioni in Sudan, Repubblica Democratica del Congo e Kenya.

È stato consultato come esperto in giustizia penale internazionale e diritti umani da organizzazioni governative e non governative.
Triestino Mariniello è stato inviato a Rafah per conto del tribunale dell’Aja e vuole raccontarci questa terribile esperienza.

Testimonianza di Mariniello inviato dal tribunale dell’Aja a Rafah
“Siamo appena stati al valico di Rafah e abbiamo visto gli effetti concreti dell’assedio totale. Abbiamo visto centinaia di camion con aiuti umanitari fermi da mesi, alcuni da gennaio anche con cibo e acqua. Per miglia abbiamo visto camion con aiuti umanitari in attesa di ricevere l’autorizzazione per entrare nella striscia di Gaza e abbiamo visto capannoni gestiti dalla Mezzaluna Rossa in cui si trovano i beni respinti da Israele. Parliamo di incubatrici, generatori di correnti, parliamo di bagni sedie per i disabili anche i cornetti al cioccolato, etichettati come beni di lusso e respinti da Israele. Tra i beni respinti dalle autorità ci sono medicine come chemioterapici, insulina per bambini ritenuta pericolosa da Israele, e anche anestetici in un contesto in cui ai bambini sono amputati arti senza anestesia. La Mezzaluna Rossa ci ha detto che se si respinge una sola scatola con aiuti umanitari l’intero carico presente sul camion viene respinto. Questa privazione di beni essenziali avviene mentre i residenti di Gaza stanno morendo. Non solo a causa dei bombardamenti, ma anche per la fame. E la diffusione di malattie. Il giorno prima che arrivassimo a Rafah era stato consentito da Israele soltanto l’accesso nella striscia di Gaza mentre la popolazione civile avrebbe voluto che entrassero tra i settecento e i novecento camion al giorno e la decisione di Israele di impedire e ritardare e respingere i beni essenziali è una violazione dell’ordinanza della corte internazionale di giustizia che ha imposto a Israele di consentire l’accesso ai beni umanitari nella striscia di Gaza e può configurare anche un crimine di guerra. Il crimine di guerra di affamare intenzionalmente come metodo di guerra i civili. Al momento l’unica soluzione per consentire l’accesso a tutti questi è il cessate il fuoco permanente della striscia di Gaza”.

Laura Tussi

Sitografia per approfondire:

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Bibliografia essenziale:

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Resistenza e nonviolenza creativa, Mimesis Edizioni.

Laura Tussi e Fabrizio Cracolici, Memoria e futuro, Mimesis Edizioni. Con scritti e partecipazione di Vittorio Agnoletto, Moni Ovadia, Alex Zanotelli, Giorgio Cremaschi, Maurizio Acerbo, Paolo Ferrero e altri