Le parole utili al cammino
Data: 13 Febbraio 2023
Autore: a cura della redazione
L’attuale situazione socio-economica dell’Italia è caratterizzata da una crescente sfiducia nelle istituzioni e da una crescita nazionalista di movimenti di diversa natura (progressismo internazionalista, populismi nazionali, fondamentalismi religiosi) che in parte riproducono o declinano, in parte contraddicono, aspetti del neoliberismo. Maturano, luogo per luogo, forme variegate di fermento sociale e politico che esplorano i modi di vita e di cura, il ruolo delle donne, il rapporto con la natura, il confronto democratico, le forme di un nuovo che non trova ancora la strada della politica dei partiti. In questo contesto, le classi dirigenti ricorrono in misura crescente a strumenti coercitivi, autoritari, sia di natura tecnocratica attraverso l’uso perverso della transizione digitale, sia dando in pasto alla rabbia illusioni identitarie, muri, conservazione. È la dinamica autoritaria che può incontrarsi pericolosamente con il neoliberismo e che a livello internazionale crea rischi di guerra crescenti capaci di stravolgere ogni scenario. In questo contesto l’Italia è segnata da una crisi generazionale più grave che altrove, da una forte polarizzazione del sistema delle imprese in termini di capacità innovativa, di relazioni industriali, di regolarità-irregolarità del lavoro e di apertura alla transizione ambientale, da uno Stato sociale e una Pubblica Amministrazione radicalmente disuguali fra territori e da partiti cosiddetti “progressisti” particolarmente incapaci di corrispondere al fermento sociale e operoso del paese. Se questa analisi, apparsa nel rapporto 2022 del Forum Diseguaglianze e Diversità (Assemblea di dicembre 2022. Resoconto e decisioni), descrive lo scenario nel quotidiano e nell’imminente futuro, non dobbiamo cadere nello scoraggiamento né tanto meno rischiare deliri di onnipotenza. Vediamo con preoccupazione la crescente sfiducia dei cittadini occidentali e soprattutto degli italiani, specie se meno abbienti, nei confronti della democrazia. Si invoca infatti l’uomo o la donna forte che risolva i problemi con supposta capacità, equità, giustizia, onestà, ecc. Una vera delega in bianco al presidenzialismo. Ma in Brasile, negli USA, nelle Filippine, in Perù il presidenzialismo non è forse in crisi, portatore di colpi di stato, pseudo-dittature e violenze? Siamo consapevoli che è sempre più difficile districarsi nella palude informativa che i mezzi di comunicazione ci offrono ogni giorno. Giornali e TV sono per lo più in mano a portatori di interessi economici, i social sono spesso pieni di notizie false ed egemonizzati da potentati e/o forze oscure che colpiscono le persone più fragili in difficoltà a comprendere la situazione: la scuola non aiuta a stimolare il senso critico, e lascia nell’ignoranza troppi ragazzi; la chiesa non riesce più a coinvolgere i giovani, che hanno sempre più bisogno di proposte radicali. Che fare allora? Gli indicatori di tipo economico (ad esempio il Prodotto Interno Lordo) sono incapaci a descrivere compiutamente la situazione di un paese, come giustamente denunciava Robert Kennedy in un discorso tenuto alla Kansas University il 18 marzo 1968. Altri sono i principi e i valori da utilizzare ed appartengono prevalentemente al campo relazionale (valorizzazione dei rapporti interpersonali fatti di simpatia, buoni sentimenti, calore umano, amicizia, fiducia, reciprocità). Un mondo nuovo, visto soprattutto dalla parte degli ultimi e degli impoveriti, ha infatti il bisogno di usare “parole” nuove o rinnovate. Proviamo a pensare a quelle parole che aiutano il cammino della vita di donne e uomini. Ai primi posti metteremo la responsabilità, l’attenzione cioè agli altri e l’amore per il bene comune. Le donne e gli uomini attraverso di essa si possono rendere conto degli aspetti positivi e negativi delle loro azioni. I beni comuni sono l’insieme delle risorse, materiali e immateriali, utilizzate dalla collettività e che sono considerate patrimonio collettivo dell’umanità. L’acqua, la terra, le foreste, il clima sono invece risorse a disposizione, elementi indispensabili alla sopravvivenza umana e/o oggetto di accrescimento con l’uso. In quanto risorse collettive, tutte le specie viventi esercitano un uguale diritto su di esse, e rappresentano uno dei fondamenti del benessere e della ricchezza reale, quindi dovrebbero essere al centro dell’interesse popolare perché la loro promozione migliorerebbe sensibilmente la qualità della vita. E il rispetto dove lo mettiamo? Attraverso di esso ognuno ha il suo valore, e con esso ci riconosciamo e ci accogliamo in pace. E la tolleranza? Con essa è praticabile il diritto di essere diversi e di valorizzare la convivenza con i diversi, nell’ambito dell’umanità e della animalità. Nella vita poi è giusto ed opportuno praticare sempre più la sobrietà (e non l’austerità, che è un’altra cosa) né tanto meno praticare lo spreco che è funzionale all’accumulazione capitalista. Come non pensare poi alla cooperazione, che ha garantito nei secoli l’interdipendenza di tutti con tutti. Purtroppo il mercato globalizzato si fonda sulla competizione e non sulla cooperazione. A causa di ciò si è dato fiato all’individualismo. Qualche considerazione sulla solidarietà, declinata in buona sostanza rispetto alla preposizione “con”, finalizzata alla valorizzazione dell’esperienza d’insieme, di una condivisione di una data azione. Qualche riflessione sulla politica, che dovrebbe essere amministrazione dello stato al fine di favorire il bene comune. L’attuale degenerazione, che dipende in larga misura dalla sottomissione allo strapotere dell’economia finanziaria globalizzata, contribuisce a screditare la politica agli occhi dei cittadini, favorendo delusioni e frustrazioni individuali e collettive. La presa di coscienza di questa realtà dovrebbe favorire la nascita di Movimenti popolari portatori di valori sociali e lotte non violente per affermare il bene comune come priorità assoluta. Un pensiero infine sulla necessità di cambiamento effettivo della realtà, che richiede una continua educazione nell’ambito soprattutto del mondo giovanile. Le parole e gli argomenti che abbiamo proposto sono materia viva, finalizzata al benessere della terra e della natura tutta, non più serva ma sorella nostra.
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