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Tempi di fraternità

È un punto di incontro di cattolici che credono nella laicità e perciò nella sostanziale parità tra uomini e donne, liberi e schiavi, ebrei e greci di fronte ai grandi interrogativi dello spirito e alle grandi sofferenze dell'esistenza. E che occorre vigilare continuamente poiché le religioni corrono continuamente il rischio di volersi impadronire di Dio e delle coscienze umane anziché servire l'uno e le altre in timore e tremore.

vignetta

Credono nella laicità e perciò credono che Dio, infinita Verità, è il fondamento del nostro diritto al dubbio, poiché le nostre menti e i nostri cuori limitati non riescono a possederlo se non in modo enigmatico e alla rovescia, come in uno specchio (1. Cor. 13, 12). E che insegnare a dubitare è un compito di pace, dunque un compito evangelico, per uscire finalmente dal millennio delle "guerre sante" in cui il sangue è corso a fiumi perché ciascuno dei contendenti riteneva di possedere l'intera verità e doveva dimostrarlo sul campo, in una immane ordalia; e si sono sterminati milioni di persone al grido di "Dio lo vuole", perché "Dio è con noi".

Credono nella laicità e perciò intendono la fede come capacità di relativizzare - anche con molto senso dell'umorismo - le nostre verità possedute, nell'attesa di una verità sperata.

Credono nella laicità e perciò nella necessità di astenersi dal definire ortodossie e appartenenze, perché nessuno può mettere limiti alla fantasia di Colui che manda il suo Spirito ai giovani e ai vecchi, ai servi e alle serve.

 

Chi siamo noi per fare ostacolo a Dio? Gli alberi si riconoscono dai frutti, al tempo opportuno, e il frutto che primeggia è l'amore che trasforma "l'estraneo" in "prossimo".

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