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Redazionale del n° 7 (Agosto/Settembre 2003)

Opinione pubblica e valori democratici

Premessa

Ciascuno ha un diverso modo di porsi di fronte alla realtà: le differenze di sensibilità e di cultura attraversano trasversalmente ogni società. L’interesse per le questioni sociali e politiche, che alcuni vivono con passione, è considerato da molti altri lontano dalla propria quotidianità e dalla propria possibilità di incidere. Chi si pone nel primo atteggiamento (e noi di TdF siamo tra questi) tende, per propensione naturale, a ricercare i propri simili e a correlarsi con loro in gruppi, associazioni ed organizzazioni, perdendo, almeno in parte, la capacità di capire il punto di vista delle persone "del secondo tipo". Di qui scaturisce l’utilità di inchieste, dialoghi e confronti.

Coscienza democratica e partecipazione

La democrazia è una conquista abbastanza recente nella storia: siamo cittadini, non sudditi, abbiamo diritti e garanzie riconosciute dalle Costituzioni nazionali e dalla Carta dell’ONU.

Ci sono limiti e contraddizioni, ma non dovrebbero esserci arretramenti. Tutto ciò comporta grandi responsabilità per ognuno: l’esercizio della democrazia non solo è un diritto, ma anche un dovere, che richiede presa di coscienza, informazione, coinvolgimento e scelte. Chi pensa di esimersi in realtà delega e lascia fare agli altri.

Questo dovrebbe "insegnare" l’Educazione Civica (che purtroppo era una materia cenerentola) e a questa assunzione di responsabilità dovrebbero tendere i progetti di formazione sociale nella scuola ed in altre sedi. Anche sui risultati di tali attività formative sarebbe utile fare un’indagine.

Garanzie - Bilanciamenti - Controlli

Questa non è la sede per trattare questioni giuridiche specialistiche. Tuttavia ci sembra utile ribadire alcuni principi elementari di base. La democrazia è tale proprio perché, riconoscendo di essere imperfetta, "accetta", anzi esige, garanzia, controlli e bilanciamenti, che limitano il potere dell’Esecutivo, che corre sempre il rischio di prevaricare. Il sistema maggioritario è già di per sé meno rappresentativo di quello proporzionale e quindi la distinzione e l’indipendenza dei Poteri, alla Montesquieu, è più che mai necessaria perché le "esigenze" di "gover-nabilità" e "stabilità" potrebbero portare ad abusi.

La Costituzione è appunto la legge fondamentale, ai cui principi le leggi via via promulgate devono "obbedire"; esse non possono contraddirla o stravolgerla. I cambiamenti sono possibili, ma non possono scaturire dalla volontà di un governo né di un Parlamento eletto col sistema maggioritario.

Questa consapevolezza potrebbe aiutare tutti a capire che le dichiarazioni e le iniziative a difesa dei campi di autonomia di magistratura, stampa, sindacati e persino della Presidenza della Repubblica non sono espressione di litigiosità o "scontro di potere", ma applicazione dei suddetti principi elementari di democrazia. L’attuale situazione politica-economica mondiale porta ad un restringimento degli spazi democratici in tutto il mondo (anche questo meriterebbe un approfondimento qui impossibile), ma il caso italiano ci sembra particolarmente preoccupante, per certe sue peculiarità, che riguardano anche alcune - chiamiamole così - "cadute di stile"da parte del premier e di moltissimi membri del suo governo e del suo entourage.

Aggressività e goliardia. Stili e linguaggi

I loro toni oscillano tra l’aggressivo e il minaccioso da un lato e il goliardico, alla "Amici miei" (film) dall’altro. Gli attacchi agli avversari sono pesanti e non rispettano né le opinioni né la dignità delle persone; nello stesso tempo però abbondano le battutine spiritose, apparentemente "complici ed ammiccanti" nei confronti del "popolo degli elettori". Molti giornalisti ed opinionisti soprattutto stranieri trasecolano di fronte a certe esternazioni e/o plateali contraddizioni di Berlusconi; noi però ci chiediamo: "La gente comune cosa ne pensa?". Quanto i programmi di intrattenimento, i pettegolezzi e le insinuazioni malevole, l’esposizione la pubblico degli aspetti peggiori delle vicende private (vere o presunte) di gente che si presta, per esibizionismo o per denaro, ad offrirsi a questo voyeurismo, influenzano l’atteggiamento dei cittadini-telespettatori nei confronti del linguaggio dei governanti? Forse li sentono più vicini proprio perché più grossolani? Forse percepiscono come più distanti e "superbe" le persone più serie, preparate, corrette e pacate che espongono argomentazioni necessariamente meno immediate da capire? Eppure la gente, normalmente, si fida, ad esempio, di un medico specialista anche se il suo linguaggio è astruso e richiede attenzione!

Pericoli per la libertà di informazione

Nell’attuale situazione i pericoli sono tanti e riguardano tematiche "forti" (dalla politica estera alla questione sociale, dall’esi-stenza di "poteri occulti" alla gestione dell’ordine pubblico e all’atteggiamento verso i migranti e le fasce più deboli della popolazione), tuttavia, prima di concludere, vorremmo elencare almeno i pericoli riguardanti la libertà di informazione.

· "Il proclama di Sofia" e il successivo siluramento di Biagi, Santoro, Luttazzi;

· La gestione RAI con il relativo vantaggio della concorrente Mediaset;

· Le ispezioni al TG3 dopo un servizio sgradito al presidente del Consiglio;

· Il nuovo stile di interviste RAI inviate da Arcore in cassette preconfezionate;

· L’assedio estenuante alla direzione del Corriere della Sera con le dimissioni del direttore Ferruccio De Bortoli;

· Il netto miglioramento dei bilanci di Publitalia, posseduta al 48% da Berlusconi, in contro-tendenza col restante mercato pubblicitario;

· Il progetto di legge che aumenta le pene per la diffamazione a mezzo stampa;

· L’impostazione dei TG di prima serata, particolarmente del TG1 elle 20.

Conclusione

Ritornando alla premessa, di fronte a tutto questo, ci sembra molto utile ed interessante avere i polso della situazione reale della mentalità diffusa dell’opinione pubblica, se non altro per soddisfare una "curiosità intellettuale", meglio ancora per potersi regolare, come cittadini, nell’azione e nell’informazione da diffondere con i modesti mezzi a disposizione. TdF nel prossimo futuro tenterà di condurre un’inchiesta su questo tema certa di fornire un utile servizio ai redattori ed ai lettori.

Minny Cavallone

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