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Redazionale del n° 1 (Gennaio 2003)

Il Drago e l’Agnello

Il Drago e l’Agnello di cui si parla nell’editoriale sono rispettivamente il capitalismo con la sua variante di liberismo globalizzato e noi, persone quasi impotenti di fronte a tutto questo. Il Drago e l’Agnello è anche il titolo di un libro scritto da GIULIANA MARTIRANI che domenica 1.12.2002 ad Albugnano ci ha parlato su temi legati alla globalizzazione. Giuliana Martirani ha anche utilizzato, durante l’incontro, un efficace metodo, preso a prestito da don Milani, che aveva l’obiettivo di scrivere un salmo sui problemi di oggi, frutto della partecipazione di tutti i presenti.

Per fare questo che all’inizio poteva sembrare un’impresa titanica, ha invitato tutti i partecipanti a scrivere su un foglietto una frase contro il Drago e una frase dell’Agnello. Raccolti i bigliettini, si è isolata, ha elaborato i testi ed è successivamente riemersa con lo scritto che pubblichiamo di seguito.

La redazione di TdF ha pensato di pubblicare integralmente il documento che risulta esser un salmo dei giorni nostri ed esprime la rabbia verso il Drago e la speranza dell’Agnello. A noi è parsa cosa buona mettere come editoriale di gennaio 2003 questa composizione, così piena di incertezza e anche di speranza, perché riesce a descrivere le paure, le incertezze, i dubbi, le speranze che convivono nei nostri cuori.

A nome della redazione più che farvi/farci gli auguri di buon anno, tentiamo di mettere in pratica le cose che ci auguriamo.

Giuliana Martirani


Il petrolio è il sangue della terra:

perdonaci Signore per il sangue versato

Maledizione per coloro che ci hanno insegnato a non maledire

e non riusciamo a imprecare neppure contro il drago.

Ti preghiamo, o Dio, non lasciarci soli nel dolore, nella sofferenza

di questo mondo ingiusto,

in questo disamore che spesso sentiamo intorno a noi,

in questa inadeguatezza delle nostre scelte.

Urliamo la rabbia per l’ingiustizia,

per la mancanza di acqua,

per coloro che succhiano il sangue

tolgono il respiro e annientano l’umanità.

Il petrolio è il sangue della terra, dicono i Maya

lasciamolo al loro posto, rispettiamo la madre terra

e adoperiamo le energie che Dio padre e madre di tutti

ci ha donato, sole vento, acqua, idrogeno...

Signore, la troppa sofferenza intorno a noi

uccide la speranza. Fino a quando? Fino a quando?

Sono tante le cose difficili, brutte

e la tentazione della impotenza che aumenta

Guerre, fame, solitudine, morte: Basta!

Non sopportiamo l’arroganza.

E quando diventa istituzione?

Siamo incazzati perché abbiamo lavorato per 40 anni

per ridurre l’orario di lavoro

e oggi in poco tempo la linea è: lavorare di più per consumare di più.

Il drago ci frega.

Il drago, cioè economia svincolata da ogni controllo democratico

si nutre di ciò che è vita: il tessuto delle relazioni sociali e ambientali:

distruggendo ciò che sostiene e dà senso alla vita,

nel disperato tentativo di placare la sua ansia.

Drago è non poter fare a meno di consumare.

Se però gli facciamo venire un mal di pancia con un purgante... Chissà... ?

Aiutaci, Signore, a consumare di meno.

Signore, abbiamo paura, paura di non farcela.

Cosa possiamo fare per evitare le guerre, la fame?

Dio aiutaci.

Guai a coloro che collaborano,

suscitano, finanziano le guerre.

Ma dicci perché ci hai regalato la libertà

di combinare guerre a dismisura?

La terra è in degrado

qualcuno ancora crede che il fotovoltaico non inquini...?

La felicità di bere a una fontana in montagna è troppo grande:

speriamo che questa gioia non venga sottratta a nessuno di noi.

Venendo qui abbiamo visto un albero splendido alto senza foglie:

non lo dimenticheremo mai!

Non sopportiamo i telefonini.

Perché pensiamo prima alla nostra pancia,

ai nostri polmoni che alla vita degli altri

che non hanno nemmeno il necessario?

Proviamo rabbia perché i figli dei nostri figli

forse non potranno più fare un bagno in un mare pulito!

Signore, apri gli occhi alla cecità di chi vuole dividere

i nostri figli tra i banchi di scuola

per i privilegiati e quelli per gli svantaggiati:

devono crescere insieme!

La vostra vittoria non sarà un trionfo

finché un uomo o una donna

non si inginocchierà davanti a voi.

Le economie e le politiche attuali

considerano i gruppi sociali "gruppi",

non pluralità di persone con sentimenti, affetti, aspettative.

Poveri sono i superbi e i potenti

che credono di poter fare ciò che vogliono della vita degli altri.

Il dolore della mancanza, Signore, è molto grande,

il desiderio incompiuto e insoddisfatto

è per noi, Signore, un’amputazione dei cuore.

Siamo contro lo sfruttamento dei più poveri del mondo (bambini anziani)

che toglie loro la vita e alimenta ingiustizia.

Eppure il nostro gattino sta morendo e noi siamo tristi!

Desideriamo, Signore, fare il bene

ma ci rendiamo conto di essere figli del drago e fratelli di Caino.

Non sentiamo più rispetto per tutto ciò che ci circonda e di cui siamo parte.

Liberaci, Signore dall’ingiustizia, dal sopruso, dalla violenza,

dall’inganno, dall’odio, dall’indifferenza, dall’egoismo.

Liberaci, Signore, dalla solitudine, dalla sporcizia di cuore.

Liberaci, Signore, dall’arroganza e dal profitto sfrenato.

Liberaci, Signore, dal consumismo e dalla borghesia.

Liberaci, Signore, dallo sfruttamento, dalle guerre,

dal maschilismo dominante.

Liberaci, Signore, dalla paura di non essere all’altezza,

di non credere nella possibilità

che a tutti hai dato di cambiare il mondo.

Liberaci Signore dall’ignoranza e donaci più sensibilità.

Liberaci dal "mio" e dal porre noi stessi, i nostri bisogni

e la nostra visione del mondo al centro di tutto

e liberaci dal credere che tutto debba girare intorno a noi.

Liberaci dalla nostra visione egoista e

dal nostro non metterci in gioco per l’altro o gli altri.

Liberaci Signore, dall’omologazione, dall’ignavia

e aiutaci ad essere contro ogni violenza sempre.

Liberaci, Signore da chi opera divisioni credendo di servirti.

Grazie Signore per i nostri limiti

Ti ringraziamo Signore, perché oggi abbiamo scoperto

che si può vivere lavorando più per scoprire di servire gli altri

che opprimere con mezzi e strumenti di potere i nostri fratelli.

Ci sono luoghi dove l’umanità dell’uomo resiste.

I limiti che ci costituiscono

fanno di noi veramente una tua creatura, Signore.

Grazie, Signore, per i nostri limiti.

Ti ringraziamo, Signore, perché siamo capaci

di scoprire di essere piccoli ma capaci di credere

che il cambiamento è possibile e necessario,

di scoprire noi stessi, il mondo e i bisogni veri,

non che i poveri diventino ricchi

ma che i ricchi diventino poveri.

Ti ringraziamo Signore perché ci scopriamo

società civile internazionale

e rappresentatività dei popoli.

Ti ringraziamo Signore per la condivisione, la consapevolezza,

la sobrietà felice, la semplicità, l’amicizia, la giustizia

l’amore dei fratelli e delle sorelle.

Del nostro voler amare gli altri come noi stessi,

del nostro amare il fratello come noi stessi,

quindi amarci, insegnare ad amarci e condividere.

Non avevamo mai sentito il Vangelo letto in questo modo,

ne siamo entusiasti!

l’uguaglianza, i diritti per tutti e la pace e la nostra... pancia

che ci fa essere misericordiosi con uteri di misericordia.

Grazie, o Dio perché riusciamo ancora

a compiere gesti di solidarietà.

Eppure basta poco:

lo sguardo dolce di un bambino e il cuore si apre:

c’è ancora fiducia,

basta la luce della consapevolezza

la forza della radicalità,

guardarci negli occhi e non abbassarli per non provare vergogna,

la gioia della comunità,

insomma guardare il mondo con gli occhi dei bambini.

Aiutaci Signore ad essere il tuo strumento di pace e di giustizia.

Grazie della scoperta che abbiamo fatto nella nostra vita

della fratellanza

e del sapore che essa ha nella nostra quotidianità.

Vorremmo, Signore, provare la libertà della povertà,

di sorella povertà

per un nostro impegno per recuperare la terra

uscendo dal tunnel attraverso la sobrietà

che vuol dire ritornare a vivere.

Le identità collettive ci salveranno.

Signore ti ringraziamo perché

tra l’essere infinitamente buono e

l’infinitamente onnipotente

hai scelto la prima opzione.

Ti ringraziamo PADRE-MADRE per aver creato la melodia:

piccole note

da sole sono poca cosa,

unite con modalità diversissime e sempre originali

donano a chi sa ascoltare un pezzetto di felicità.

Grazie per i piedi, i cuori, le voci, gli striscioni che hanno calpestato

queste strade di ingiustizia per far sgorgare la fraternità.

Grazie per il dono della vita. Della pace dell’amore.

Per le ragnatele che brillano al mattino di rugiada.

Grazie per le persone che abbiamo incontrato

e per la comunità che ci dà la voglia di andare avanti e sperare.

Al nostro Dio noi diciamo: ti ringraziamo per il desiderio

che ancora abbiamo di guardare in alto e di volare in alto,

per la letizia della vita che cresce e strappa spazio al deserto.

Dona pace e speranza di resurrezione ai nostri giorni.

Dio aiutaci a salvare la terra.

Ti ringraziamo, o Dio, per tutti coloro che sanno

arrivare al cuore dei propri fratelli attraverso l’amore,

la compassione, la fraternità, la fratellanza.

Per la vita e la presenza dei figli e degli amici.

Ci sentiamo il più piccolo frammento dell’universo

ma con una esile voce degna di essere ascoltata.

Abbiamo fiducia nella possibilità che gli uomini

dopo aver toccato il fondo

forse proveranno a ricostruire se stessi e la loro dignità.

Beati quanti camminano insieme, piccolo passo dopo piccolo passo

sulla via della giustizia e della pace.

Grazie, Signore per tutte le volte che ci offri l’occasione

di incontrare un altro

un universo di pensieri, pulsazioni, sentimenti.

Grazie perché siamo ancora qui a chiederci

cosa possiamo fare per cambiare.

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