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Redazionale del n° 3 (Marzo 2001)

Ma l'ecoguerra può essere una guerra giusta?

Roma, 19 novembre 2000. In occasione del Giubileo dei militari, il Papa ha affermato che gli eserciti possono essere strumenti di pace, intendendo che l’ingerenza umanitaria, anche armata, permette di disarmare l’aggressore e di proteggere le vittime.

Ma, alla luce di quanto sta emergendo in questi ultimi mesi riguardo alle conseguenze sulla salute di chi è stato in zona di guerra in Kosovo, ci si può chiedere: l’ingerenza umanitaria prevede eserciti dotati di qualsiasi tipo di armamenti?

O meglio: può un’ingerenza umanitaria fare più danni, oltre che agli aggressori, alle stesse vittime, all’ambiente in cui queste vivono e vivranno per decenni o addirittura secoli? Solo con questo mezzo si poteva far cessare l’incubo del genocidio ai danni degli Albanesi kosovari?

Mi riferisco non solo ai proiettili all’ uranio"impoverito" in quanto contenente il 60% di uranioed altri componenti nocivi, ma a tutte le sostanze chimiche disperse nell’ambiente dai bombardamenti "intelligenti", cioè miranti a distruggere impianti chimici, depositi di carburanti e pesticidi nella confinante Serbia, senza tenere conto che il vento soffia dove vuole e che l’aria è respirata da "buoni e cattivi". E’ così dalla guerra del Golfo.

Non si può dire che governo, opposizione, opinione pubblica ne fossero all’oscuro, sia in Italia che negli Stati Uniti, fin dai primi anni ‘90.

Fonti ONU non sospette (1) , negli USA l’Associazione di famiglie di veterani della guerra del Golfo (2), in Italia il Commissario europeo all’ Ambiente e ministro italiano dell’Ambiente, (v. riquadro), giornali tutt’altro che antiamericani, come La Stampa, riviste ambientaliste e persino la nostra TdF al tempo della guerra del Golfo, della Bosnia e del Kosovo (n.6, del ‘99), avevano per tempo denunciato la situazione.

Oggi si scoprono danni alla salute di persone che sono stati a contatto con elementi inquinanti per breve tempo e con avvicendamenti (i nostri soldati), molto più gravi possono essere i danni per le persone che vivono in questi paesi, siano essi Serbi, Albanesi o confinanti, coltivano terre contaminate, bevono acqua dalle fonti locali ( i nostri soldati, afferma il generale Novelli, capo delle operazioni dell’esercito in Bosnia nel giugno del ‘95, hanno sempre bevuto acqua importata dall’Italia), respirano aria locale. Che risposta è: " Non è possibile che i danni dell’Uranio si manifestino così a breve termine"? Allora aspettiamoceli in futuro...

La guerra fa male alla salute.

Come dice il Papa, gli uomini sono peccatori e la guerra ( giusta?) sembra inevitabile. In nessuna epoca la guerra ha fatto bene alla salute: quanti morti, mutilati, invalidi fra i giovani maschi, quante donne violentate, quanti paesi distrutti anche nel passato. Ma le guerre attuali coinvolgono soprattutto le popolazioni inermi, come è avvenuto dal 2° conflitto mondiale in poi e, a partire dallo scoppio di Hiroscima, hanno effetti disastrosi sul futuro del pianeta e della generazione umana.

Se in molti stati si sta superando la legge del taglione, mettendo al bando la pena di morte, non si può ipotizzare che, di fronte a tanti rischi per il presente e per il futuro, che incombono su chi fa e su chi subisce la guerra, si possa superare la logica delle armi? Possibile che la lobby delle industrie produttrici sia tanto potente? E che gli interessi di chi vi lavora si sovrappongano a quelli di tutti che, per sano egoismo, se non per alti ideali, dovrebbero avere il primo posto?

Chi è il vero realista: chi si batte per una difesa popolare non violenta, da costruire con fatica e pazienza, ma anche con gioia e speranza o chi vuole abitare e lasciare in eredità un mondo invivibile?

La guerra è troppo delicata per essere lasciata in mano ai militari.

( e agli eserciti di professione...)

Il Manzoni diceva ( ed è ovvio): scopo dei militari è vincere le guerre. Punto e basta. Ma oggi la guerra è una questione troppo seria: viviamo in una sola Terra, tutto ciò che vi immettiamo non scompare ma finisce nell’ecosfera. Ciò che è vero per l’inquinamento in generale, è vero in misura maggiore per il procurato inquinamento dovuto alle bombe, all’Uranio o no. E i militari sono "uomini ad una dimensione", per vincere ricorrono ad ogni mezzo. Anche i politici, se non si apre loro gli occhi, sono "uomini a una dimensione"

Persino l’ammirevole nonviolento Rugova, attuale Presidente della Comunità albanese del Kosovo, vede, dietro la questione dell’Uranio impoverito, un complotto di Belgrado, di Milosevic come di Kostunica, tra cui non fa molte differenze. "Non mi risultano danni ai civili, è una campagna allarmistica" (La Stampa, 5-1-01) e lascia il verdetto alla scienza.

Ma la scienza, che dovrebbe dire l’ultima parola, è super partes?

L’attuale tendenza di una certa medicina, di una certa biologia, dell’ingegneria genetica è quella di dimostrare che certe sostanze, certe manipolazioni non sono nocive o sono poco nocive alla salute dell’uomo. Tipico è l’esempio del fumo. di cui per decenni si è affermato " non è certa la pericolosità" per non danneggiate le multinazionali produttrici.

Bisogna, invece, dimostrare che certi elementi o certi processi sono utili non solo non nocivi, soprattutto quando si tratta di sostanze o operazioni non necessarie alla vita dell’uomo.

E chi può, in coscienza, affermare che la guerra sia utile all’uomo e all’ambiente?


Per la redazione

Andreina Cafasso

 

Note 

1. V. la subcommissione ONU per la difesa e la promozione dei Diritti Umani: " Le munizioni al DU rappresentano un rischio di danni a lungo termine per il genoma umano e per l’umanità".

2. Negli USA la Sindrome del Golfo e la necessità di combattere l’uso di armi all’Uranio, fin dal ‘94 aveva dato vita ad un’associazione di famiglie di veterani della guerra del Golfo. Nello Stato del Mississipi su 251 bambini nati dopo la guerra, figli di reduci del Golfo, il 67% presentava deformità congenite.

DU - depleted uranium - è il nome tecnico. Carlo Ripa di Meana (da La Stampa 7-1-01) " Nel’91 vi era stata la guerra contro l’Iraq, con l’impiego dei proiettili DU. Le numerose patologie leucemiche dei militari americani e britannici reduci dal Golfo, sono note da allora. La letteratura scientifica è vastissima e accessibile a tutti. Due opere di divulgazione METAL OF DISHONOUR della veterana Carol H. Picou, e DEPLETED URANIUM dell’International Action Center, hanno avuto varie edizioni.....Del resto, quando la NATO attaccò il Kosovo, il Montenegro e la Serbia con gli ordigni DU trovai tutti gli aggiornamenti sui siti Internet americani, in particolare quelli dei Greens americani e quello dell’International Actio Center di New York, fondato dal famoso giudice, già Procuratore Generale degli Stati Uniti, Ramsey Clark.

Il 14 e 15 aprile, a Strasburgo, parlai al Parlamento Europeo alla presenza del Cancelliere Gerhard Schroeder, del ministro Joscka Fischer e del candidato alla Presidenza della Commissione europeo Romano Prodi, denunciando l’uso dei proiettili all’Uranio, che hanno già contaminato il territorio jugoslavo con il rischio di malattie, malformazioni e decessi da radioesposizione.Tutti i presenti ascoltarono e così pure il 4 e il 5 maggio, quando riparlai a Strasburgo in seduta plenaria. I responsabili politici ascoltarono e non risposero. Allora si poteva intervenire per fermare. Nessuno volle farlo."

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