Il piccolo principe e la volpe
"Chi sei?" domandò il piccolo principe, "sei molto carino". "Sono una volpe", disse la volpe. "Vieni a giocare con me", le propose il piccolo principe, "sono così triste!". "Non posso giocare con te", disse la volpe, "non sono addomesticata". "Cerco gli uomini", disse il piccolo principe, "Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?". "Gli uomini", disse la volpe, "hanno dei fucili e cacciano. E’ molto noioso! Allevano anche delle galline. E’ il loro solo interesse. Tu cerchi delle galline?". "No", disse il piccolo principe. "Cerco degli amici. Che cosa vuol dire ‘addomesticare’?". "E’ una cosa da molto dimenticata. Vuol dire ‘creare legami’ ". "Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l’uno dell’altro. Tu sarai per me un unico al mondo, e io sarò per te unica al mondo". "La mia vita è monotona. Io do la caccia alle galline e gli uomini danno la caccia a me. Tutte le galline si assomigliano e tutti gli uomini si assomigliano. E io mi annoio perciò. Ma se tu mi addomestichi, la mia vita sarà illuminata. Conoscerò un rumore di passi che sarà diverso da tutti gli altri. Gli altri passi mi fanno nascondere sotto terra. Il tuo mi farà uscire dalla tana, come una musica". "Non si conoscono le cose che non si addomesticano", disse la volpe. "Gli uomini non hanno più tempo per conoscere nulla. Comprano dai mercanti le cose già fatte. Ma siccome non esistono mercanti di amici, gli uomini non hanno più amici. Se tu vuoi un amico addomesticami!". Così il piccolo principe addomesticò la volpe. E quando l’ora della partenza fu vicina: "Ah!" disse la volpe, "piangerò". "Ma piangerai!" disse il piccolo principe. "E’ certo" disse la volpe. "Non era che una volpe uguale a centomila altre. Ma ne ho fatto il mio amico ed ora è per me unica al mondo", disse il piccolo principe. "Addio" disse alla volpe. "Ecco il mio segreto. E’ molto semplice: non si vede bene che col cuore, L’essenziale è invisibile agli occhi". "Gli uomini hanno dimenticato questa verità. Ma tu non la devi dimenticare. Tu diventi responsabile per sempre di quello che hai addomesticato." Mi scuso dei tagli operati sul testo originale, senza aver apposto i dovuti puntini. Ma motivi tecnici me lo impediscono. Per altro il testo riportato è una sollecitazione alla rilettura completa del capitolo e del libro di Antoine De Saint-Exupéry, Il Piccolo Principe, n.XXI, 1943/2001. Commento. Innanzi tutto sarebbe meglio che io tacessi. Ma convenzione vuole che aggiunga qualche riflessione. Non so se sono il piccolo principe o la volpe. Quel poco d’umano che ho nel mio cuore è frutto di un’addomesticamento reciproco con altre persone. Questo testo me lo ha ricordato recentemente, leggendomelo per telefono, una cara amica e ci siamo commossi. Le modalità dell’addomesticamento, che sono nel testo, e che ho dovuto omettere, sono frutto di alta poesia e di nobile sentire. Dedico questo testo, ma, mi raccomando, andate a leggerlo per esteso, a tutte le bambine e i bambini, a tutte le amiche ed amici. Lo dedico ai potenti che fanno le guerre per spartirsi il mondo, perché possano percepirne il messaggio, senza distorcerlo, senza capovolgerlo attraverso i mass-media. Lo dedico a chi è sottomesso, e soffre la sete e la fame, perché attraverso l’addomesticamento reciproco possa trovare la via della libertà, dignità, fratellanza. Lo dedico a tutte le persone umane, perché possano trovare lo spazio di una dilatazione dei valori veri della vita. Lo dedico a me, che scrivo per gli altri, illudendomi di possedere qualche parola che illumini i cuori e le menti. Lo dedico a tutti coloro che lottano per trovare i percorsi giusti verso il fine, che è comune a credenti e non credenti, cioè il bene di tutti. Che il piccolo principe e la volpe siano il fermento di una vita nuova per tutti. (1 giugno 2002) Mario Arnoldi |