I volti del Ramadàn e del Natale 2001

Volti di donne che devono nascondere la dolcezza del sorriso, le forme della bellezza, le espressioni della comprensione e dell’amore, il calore della fecondità.

Occhi di donne che piangono i loro figli, vittime dei signori della ricchezza e della guerra.

Volti di donne che clandestinamente rischiano la vita per dare salute e linguaggio ai loro figli, germogli di un futuro migliore sperato; donne che lottano per partecipare alla costruzione della democrazia pel mondo colpito dalla mannaia della volontà di dominio, di potere e d’arroganza di pochi.

Volti di donne morte mentre s’incuneavano negli avamposti della guerra per raccontarne la distruttività e la follia.

Volto di donna, fraterna giovane amica, morta nel dolore tra le mie braccia.

Occhi di conchiglia di croco e di mare che riflettono lo stupore e la sofferenza del mondo.

Volti di bambini che muoiono. Muoiono i bambini poveri, i bambini malati del sud del mondo, muoiono di freddo i bambini profughi, mentre gli adulti scappano dalle bombe.

Volti di bambini soldato cui è stato insegnato solamente l’odio del nemico da uccidere; di bambini sfruttati col lavoro da chi non coglie il fiore della vita; di bambini abusati sessualmente che porteranno nelle pieghe del corpo e dell’animo le ferite incancellabili della denigrazione e della paura dell’adulto.

Volti di giovani gioiosi nel giardino del mondo colmo di ricchezze e bloccati dalla furia delle perenni guerre di possesso dell’uomo. Giovani che, in nome del progresso, hanno perso la stabilità del lavoro, della giusta ricompensa, della possibilità di donare la vita, di costruire un avvenire dignitoso.

Volti di uomini "che sanno", sicuri di sé, coscienti del compito di portare la "loro" civiltà al mondo, che distruggono per interesse immediato e non costruiscono per il bene comune. Volti della ricchezza, del terrorismo e della guerra, col sorriso sadico scolpito sulle mascelle tese ed i guanti bianchi alle mani. Volti di miliardi di persone umane che vivono nella povertà e nella miseria; di profughi, processioni di umanità dolorosa, alla ricerca di un lembo di terra, per costruire una casa, piantare un albero e fare un figlio.

Volti piegati nel digiuno e nella preghiera di fronte al Mistero che sovrasta.

Volto di un bimbo, nato a Betlemme in una stalla, cresciuto nel tempio o forse tra gli Esseni a Qumran, poi crocefisso per la predicazione del messaggio di giustizia e d’amore per tutti.

Volto di Dio, che tanti nominano ad ogni istante, forse lo incontrano spesso, che altri invece sentono silenzioso e senza lineamenti, forse per Sua discrezione, per non intralciare il cammino dell’umanità, per assenza.

Volto senza volto dello Spirito, che soffi sul mondo e sugli uomini. Spirito maligno e Spirito buono: la libertà e la coscienza dell’uomo possono assumerti in un aspetto o nell’altro, per spezzare legami e distruggere, o per creare rapporti e costruire aggregazioni di pace.

Volto dilacerato e sanguinante di Gerusalemme, terra sacra contesa da popoli diversi in nome dell’unico Dio di pace.

Volti di persone diverse, aggregazioni di movimento, disprezzati e maltrattati, che vogliono un mondo nuovo e per quello dedicano le forze migliori. Volti vivi, che lottano per cambiare, i cui sorrisi sono illuminati dalla speranza.

Occhi d’aquiloni e di palloncini dai colori variegati: possano volare alto, sospinti dal vento lontano nel tempo.

(15 dicembre 2001)

Mario Arnoldi