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Rocco Quaglia, La Grotta del cuore, Edizioni Sharòn, Torino 1999

Di questo libretto di 104 pagine, intenso e profondo, è pressoché impossibile fare il commento, tanto ogni parola è sgorgata dalla contemplazione. Se si volesse riportare qualche frase, si farebbe torto alla visione unitaria che scaturisce dalla circolarità in cui ciascuna è collocata. Apparentemente ritorna in più modi lo stesso tema; eppure ogni parte è come il punto di un cerchio che scorre sull’altro per poi ritornare a sé. Né il percorso è inutile, poiché ciò che conta è l’area totale che è racchiusa nella circonferenza: Dio.

L’essere umano, e con lui tutto il creato, si muove assorbito dal Tutto. Anzi il creato ne con-fina la presenza, come limite e stimolo nelle stesso tempo ad un impegno di ri-conoscimento. A volte tutto pare annegare nel nulla - di ciò che l’uomo riteneva di conoscere, di cercare, di amare - . Ogni nozione di Dio, ogni comando della Legge, ogni tipo di saggezza accumulata, assume un senso inspiegabile. Fino a che non viene dimesso ogni tentativo personale di capire e anche di sentire e di amare. E fino a che il cuore, svuotato, incenerito, possa adorare Dio in silenzio, nella sua "grotta".

Tra le tante frasi, l’una staccata dall’altra, quasi appunti strappati alla meditazione, non mancano quelle rivolte all’aspetto pratico della vita spirituale, soprattutto all’amore del prossimo.

Non tutte si addicono all’atteggiamento interiore che ciascuno può avere. Ma la lettura offerta è così variegata che si riesce a cavare sempre, nello scorrere delle pagine, una briciola di nutrimento spirituale, e soprattutto un impulso a mutare atteggiamento nei riguardi di sé, degli altri, del mondo, di Dio

Ausilia Riggi Pignata


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