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II sentiero del latte e del miele

L’analisi teologica di una affermata giornalista

Jacqueline Kelen - "Le donne della Bibbia" - Editrice Lyra libri - lire 22.000. Nelle librerie o per corrispondenza: Via Volta 43, 22100 Como.

a cura di Edi Morini

Per anni, nelle Chiese delle diverse religioni, si è parlato soprattutto di uomini: profeti, patriarchi, guerrieri, santi, gli unici ritenuti in grado di rapportarsi in maniera efficace a un Dio altrettanto maschio, irruente nelle sue collere, vendicavo e capace di repentini sbalzi d'umore (diluvi, catastrofi, ecc.). Non dobbiamo tuttavia dimenticare che la Bibbia, con tutto il suo bagaglio storico, culturale e spirituale di innegabile valore, è pur sempre un libro: scritto da mani umane, limato e sagomato a seconda delle esigenze di chi gestiva il potere religioso, filtrato tramite innumerevoli traduzioni attraverso i millenni. Fino a qualche decennio or sono, ai fedeli era vietato leggere i sacri testi; prima ancora, solo i non analfabeti, cioè i religiosi detentori dell'istruzione, potevano accedervi. Impossibile analizzare le Scritture senza tenere conto del contesto sociale, dei tabù e dei pregiudizi delle varie epoche, Jacqueline Kelen, giornalista di "France-Culture", ha voluto restituire importanza e dignità alle figure femminili che popolano la Bibbia, troppo spesso trascurate dai predicatori di ogni latitudine. Un capitolo dopo l'altro, ecco giungere tra noi le grandi donne del passato, ormai avvolte nell'eterno abbraccio di Dio, profumato di latte fresco e miele selvatico. Sara: che seguì Abramo lungo le vie del mondo, ubbidiente a una chiamata che non era !a sua… Agar, la schiava che scelse la libertà; la meravigliosa Betsabea, moglie giovane e contestata di Davide, che vide regnare suo figlio Salomone in tutta la sua gloria e all'ombra del trono seppe adoperarsi per la pace. Abishag, nera e flessuosa, nella sua inquietante bellezza; Jezebhel, che si truccò gli occhi prima di andare incontro alla morte, e la affrontò con la corona sulla testa. Nessuna è stata dimenticata: la moglie del levito, uccisa dagli stupratori; la moglie di Noè e quella di Giobbe (stufa di sopportarlo); l'indovina di Endor e la regina di Saba ci sono accanto con tutto il loro patrimonio emotivo e affettivo, palpitanti di attualità. Ma ciò che colpisce favorevolmente è il tono del testo: serio, ma dissacrante; documentato, ma garbatamente ironico; giovane, brioso, poetico e graffiante nel medesimo tempo. L'Autrice scava, si spinge oltre i luoghi comuni, sviscera l'origine di troppi itinerari maschilisti. Si legge a pag, 69: "Giacobbe era pieno di energie: durante la giornata aveva un gran da fare con le capre e le pecore di Labano e, dall'imbrunire, quando tornava a casa, le sue moglie e le loro serve non gli davano tregua. Si sentiva assoggettato dallo zio e, allo stesso tempo, in balìa delle quattro donne. Nel fresco di quelle lunghe notti orientali, si univa all'una, sì univa all'altra, metteva incinta la moglie e pure la serva, la cugina e pure la straniera, faceva figli che erano un miscuglio di ebreo e di pagano. Dio, da lassù, avrebbe riconosciuto i suoi..." .

 

 


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