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STREIKERTRANSPORT



Data: 06 Luglio 2011
Autore: Laura Tussi



La deportazione politica nell’area industriale di Sesto San Giovanni, 1943-1945

Lo studio di ricerca di Giuseppe Valota, figlio di Guido, deportato politico soppresso a Mauthausen, Presidente dell’Associazione Nazionale Ex Deportati di Sesto San Giovanni e Monza, è stato promosso dall’ANED, con il patrocinio della città di Sesto San Giovanni, della provincia di Milano, del comune di Milano e del consiglio di zona nove, con il sostegno della COOP Lombardia e di altre importanti associazioni, cooperative e aziende. La ricerca è edita
da Guerini e Associati e dalla Fondazione-Istituto per La storia dell’età contemporanea.

Il lavoro di documentazione ricostruisce, con passione civile ed umana e con serietà scientifica, uno spaccato storico dell’Italia dal 1943 al 1945 e, nello specifico, la vita delle fabbriche di Sesto San Giovanni. Sesto San Giovanni è stata una città industriale, con grandi centri di produzione,
come la Breda, la Falck, la Pirelli, che nascono all’inizio del Novecento. Erano grandi poli industriali siderurgici, elettromeccanici e chimici
e attiravano molti lavoratori dalla provincia, dalla bergamasca, dalla bresciana, dalla bassa milanese e dal Veneto.
I lavoratori costituivano enormi villaggi dove lo Stato era assente e le fabbriche stesse si occupavano dell’assistenza per i dipendenti e i loro
figli, creando la comunità di operai fuori e dentro il polo industriale stesso.
Sesto San Giovanni ha subito le violenze e le persecuzioni fasciste. La dittatura è un modo di gestire il Paese e il problema nasce con il dissenso,
quando qualcuno non è d’accordo e non può esprimere le proprie opinioni.
Sesto San Giovanni è stata una delle aree industriali più importanti
d’Italia ed Europa, per la concentrazione di fabbriche di lavoratori che hanno animato una Resistenza collettiva e di massa. La Resistenza operaia
ha coinvolto la città e l’area milanese e lombarda, dove gli scioperi contro il fascismo e l’occupazione nazista e la deportazione in massa di
lavoratori che scioperavano contro il nazifascismo, hanno assunto un valore emblematico, che ha travalicato i confini del territorio nazionale.

Le deportazioni nei campi di sterminio nazisti di centinaia di donne e uomini, operaie e operai scioperanti, che si opponevano al regime di negazione
della libertà nella repressione, nella guerra e nelle morti per stenti, percosse e fame, appare in questa raccolta di testimonianze più che mai
di rilevanza attuale.

Il libro raccoglie racconti dettagliati di esperienze e diari di perseguitati, deportati per motivazioni politiche, colpevoli esclusivamente di essere
operaie e operai scioperanti, di cui sono state elaborate e predisposte anche schede biografiche, che ne consentono ancora oggi l’identificazione.
In una prospettiva corale sono raccolti i ricordi, le memorie e le testimonianze dei lavoratori deportati di una comunità radicata nel rifiuto del
fascismo e ancora attualmente impegnata nel promuovere il sentimento civile e umano, la coscienza collettiva dell’opposizione operaia e della resistenza,
nel tratto forte della memoria della Seconda Guerra Mondiale, con le lotte di fabbrica, nella guerriglia e nella Resistenza partigiana di opposizione al regime. I testimoni dimostrano molto orgoglio, raccontando sommessamente le
privazioni: la fame, il freddo, e le umiliazioni per condizioni di vita disumane, che tuttavia non fanno dimenticare a nessuno la propria dignità.
Nei ricordi, nei racconti, nelle narrazioni domina lo spaesamento, con il graduale dileguarsi di ogni parametro di esistenza normale, nell’ostinato
rifiuto dell’accettazione degli eventi terrificanti, della tragedia delle deportazioni, contraddistinta dal carattere inatteso, che appare gratuito
e casuale, della cattura e del viaggio, il Transport appunto, verso i campi di concentramento e di sterminio. La vicenda che ha coinvolto e travolto
queste lavoratrici e questi lavoratori si conclude senza trionfalismi, senza proclami altisonanti di vendetta e di patriottismo esasperati, ma con il
ricordo duraturo del dolore e con il lutto per i compagni e gli amici morti nelle persecuzioni e nelle deportazioni di civili.

L’importanza valoriale di questo studio di ricerca consiste nel ricordare e far monito degli eventi, così da non ripetere gli errori e gli orrori
della storia...

Per non dimenticare.

Giuseppe Valota
STREIKERTRANSPORT
Edizione Guerini e Associati
pp. 454 - € 35,00