PRIMO MAGGIO LA BATTAGLIA PER IL LAVORO
Data: 01 Maggio 2013
Autore: Mario Arnoldi
La Festa del lavoro, o meglio, per il lavoro, si presenta con segni particolarmente bui e con qualche speranza di cambiamento.
I segni bui sono i dati sulla disoccupazione, comunicati dall’Istat nel giorno stesso in cui si dovrebbe festeggiare il lavoro, fondamento della nostra Costituzione e quindi della nostra nazione. Disoccupazione ancora all’11,5%, che significa quasi tre milioni di persone alla ricerca di un impiego. Tra questi ben 635 mila sotto i 24 anni, il 38,4% del totale, percentuale di nuovo in risalita che sfiora il record storico e colloca l’Italia terza in Europa, dopo Grecia e Spagna. E soprattutto 248 mila posti persi in un anno, 70 mila solo nel mese di marzo e tutti ricoperti da donne. Un altro triste record.
Il Presidente della Repubblica Napolitano invia un messaggio al neo ministro del Lavoro Giovannini, ricordando che “la mancanza di lavoro è la nuova grande questione sociale del nostro tempo”. Il Presidente parla di “quasi un milione di famiglie in cui nessun individuo ha un’occupazione…cifra raddoppiata in cinque anni e oltre la metà di queste famiglie si trova al sud”. “Bisogna arginare rapidamente questa situazione di emergenza … non solo con il concorso di tutte le forze politiche”, ma anche di quelle sociali - imprenditori e sindacati – chiamati a “cooperazione forte e fattiva”. Napolitano ricorda infine, come ormai fa da otto anni in questo giorno di festa, le morti sul lavoro. “I dati del 2012 mostrano una flessione, ma questo miglioramento non deve farci abbassare la guardia, anzi spronarci a proteggere al massimo la salute, l’integrità, la vita dei lavoratori”. Da sottolineare inoltre la categoria degli “scoraggiati” che non cercano neppure più lavoro, perché non lo si trova.
Un fatto che può dare frutti positivi è il riavvicinamento delle tre organizzazioni sindacali, Cgil, Cisl e Uil, che si sono appena riuniti coi loro esecutivi e che il Primo Maggio si ritroveranno per festeggiare la festa del lavoro a Perugia, città scelta per ricordare Daniela e Margherita, le due impiegate della Regione barbaramente uccise lo scorso 6 marzo nel palazzo del Broletto, per mano di un imprenditore che si tolse la vita subito dopo. “Priorità Lavoro” è lo slogan scelto. Centinaia di manifestazioni si svolgeranno in tante città, soprattutto in quelle simbolo del disastro industriale italiano. Nel documento varato, Cgil, Cisl e Uil chiedono il rifinanziamento della Cig in deroga ( si tratta della deroga alle normative in materia di cassa integrazione straordinaria), il completamento dell’effettiva salvaguardia degli esodati (conseguenza della riforma delle pensioni attuata dal governo Monti, che ha spostato in avanti l'età per ritirarsi dall'attività lavorativa, precipitando molte persone in una situazione drammatica: ritrovarsi disoccupati, senza la possibilità di ricevere l'assegno mensile guadagnato con anni di contributi versati regolarmente), di ridurre le tasse ai lavoratori dipendenti, ai pensionati e alle imprese che faranno assunzioni nel prossimo biennio, destinando automaticamente a tale scopo le risorse derivanti da un’efficace lotta all’evasione fiscale, reato di cui va sancita la natura penale. Sulla rappresentanza “Cgil, Cisl e Uil convengono di definire con Confindustria (il 6 maggio c’è già un incontro) un accordo che regoli la rilevazione e la certificazione della rappresentatività basata sull’incrocio tra iscritti e voto proporzionale delle Rsu(Rappresentanza sindacale unitaria…”.
In Italia intanto è nato il governo di larghe intese, sollecitato dal Presidente della Repubblica, dopo il fallimento dei tentativi precedenti guidati dal Partito Democratico. Il nuovo governo ha visto confluire in un’inedita luna di miele tre partiti, soprattutto il Partito Democratico e il Popolo della Libertà, che si sono combattuti aspramente nel passato remoto e prossimo. Al primo atto del nuovo governo è esplosa tuttavia immediatamente la vecchia conflittualità, infatti il PDL, con un’impennata, vuole che il governo, come primo atto, sospenda l’IMU (Imposta Municipale unica sulla prima casa). Alfano, vice primo ministro rilancia: non si pagherà più l’IMU e Berlusconi incalza: “Via la tassa o cade il governo”.
In un’intervista rilasciata a Roberto Mania de la Repubblica di oggi, Susanna Camusso viene interrogata su cosa pensa del nuovo governo e la segretaria della Cgil risponde che nei titoli, poiché si tratta di soli titoli di programma, ci sono elementi positivi. Di certo il lavoro è ritornato ad avere una funzione nel programma. Si tratta di capire tuttavia con quali risorse si realizzano le proposte. L’efficienza e la qualità dei provvedimenti dipenderanno dalle scelte che si faranno, “perché quando si tratta di rifinanziamento della cassa integrazione in deroga le risorse da trovare sono definite nella loro finalità. Quando si parla di riformulare l’Imu bisogna invece determinare quantità e finalità dell’intervento.”… “Berlusconi dice che l’Imu va abolita e restituita e noi non siamo d’accordo. Una cosa è dire che si sospende il pagamento della rata di giugno per evitare quello che si presenta come un ingorgo fiscale per i contribuenti, altra cosa è l’abolizione tout court dell’imposta. Perché anche i possessori di dodici case hanno una ‘prima casa’, e anche chi ha un castello o chi vive in 400 metri quadri in centro a Milano o Roma… Si devono esentare i possessori di un’unica abitazione e fissare un tetto in base al valore dell’immobile. Il solo parametro del reddito favorirebbe gli evasori… Bisogna spostare l’equilibrio della tassazione sul versante delle rendite e dei patrimoni… Proponiamo di far diventare l’evasione fiscale un reato penale… Un paese che si sta disgregando non può più tollerare i ‘furbi’ in questo modo”.
Chiede ancora l’intervistatore se un’inversione di questo tipo lo può fare il governo di larghe intese PD e PDL. La Camusso risponde che “serve un’assunzione di responsabilità collettiva per ridare un orizzonte al nostro paese. L’Imu può essere un banco di prova : prevarrà la bandierina del no alla tassazione delle ricchezze oppure l’idea che si debba ridistribuire il carico su chi ha di più?… Non condivido la tesi secondo cui la crisi ha cancellato le differenze… Penso che il governo dovrebbe chiamare intorno ad un tavolo tutti i grandi gruppi industriali privati e pubblici per rilanciare gli investimenti. Così si crea il lavoro. Basta con l’idea di affidare il lavoro all’ingegneria normativa. La proliferazione giuridica ha solo prodotto guai… Io dico che bisogna tornare a creare lavoro, retribuito e sicuro, e a riconoscere i diritti dei lavoratori. Questa è la normalità. Così fanno le imprese che funzionano”.
Oltre alle centinaia di iniziative in tutto il paese, permangono i momenti ricreativi come il tradizionale concertone a Roma in piazza S. Giovanni. Primo Maggio: una battaglia per cambiare con tutti i mezzi sindacali e con la corresponsabilità!
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